• In programmazione
  • 30 Gennaio 2026

    ore 21:00

    Teatro Cilea


Pagliacci


opera in un prologo e due atti
musica e libretto di Ruggero Leoncavallo
Direttore Orchestra M° Filippo Arlia
Regia Mario De Carlo

PERSONAGGI E INTERPRETI
Nedda, nella commedia Colombina MARTA LEUNG
Canio, nella commedia Pagliaccio WALTER FRACCARO
Tonio, nella commedia Taddeo IVAN INVERARDI
Beppe, nella commedia Arlecchino FRANCESCO CASTORO
Silvio, contadino GIANNI GIUGA

ORCHESTRA FILARMONICA DELLA CALABRIA

INTERNATIONAL OPERA CHOIR
Maestro del coro GIOVANNI MIRABILE

CORO VOCI BIANCHE “NOTE CELESTI”
Maestro del coro ALESSANDRO BAGNATO

Scenografo
SALVATORE TROPEA

Costumista
MARIO DE CARLO

Light Designer
LORENZO TROPEA

Stando alle parole dello stesso compositore, Pagliacci si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, dove Leoncavallo visse da bambino alcuni anni.

La piccola compagnia teatrale itinerante composta dal capocomico Canio, dalla moglie Nedda e dai due commedianti Tonio e Beppe giunge in un paesino del sud Italia per inscenare una commedia. Canio non sospetta che la moglie, molto più giovane, lo tradisca con Silvio, un contadino del luogo, ma Tonio che ama Nedda e ne è respinto, lo avvisa del tradimento. Canio scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio fugge senza essere visto in volto. L’uomo vorrebbe scagliarsi contro la moglie, ma arriva Beppe a sollecitare l’inizio della commedia perché il pubblico aspetta. Canio non può fare altro, nonostante il turbamento, che truccarsi e prepararsi per lo spettacolo (Vesti la giubba).

Dopo un intermezzo sinfonico, Canio/Pagliaccio deve impersonare nella farsa un marito tradito, ma la realtà prende il sopravvento sulla finzione (No, Pagliaccio non son) ed egli riprende il discorso interrotto poco prima, rinfacciando a Nedda/Colombina la sua ingratitudine e dicendole che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia. La donna, intimorita, cerca di mantenere un tono da commedia, ma poi, minacciata, reagisce con asprezza. Beppe vorrebbe intervenire, ma Tonio, eccitato dalla situazione, di cui è responsabile con la sua delazione, glielo impedisce, mentre gli spettatori, dapprima attratti dalla trasformazione della farsa in dramma, comprendono troppo tardi che ciò che stanno vedendo non è più finzione. Di fronte al rifiuto di Nedda di dire il nome del suo amante, Canio accoltella a morte prima lei e poi Silvio, presente tra il pubblico, accorso sul palco per soccorrerla.

Il pubblico, quando capisce che non è una finzione, fugge spaventato.

Canio osserva il pubblico ed esclama: “La commedia è finita!”.

Dinamica e coinvolgente Pagliacci è una metaopera: uno spettacolo nello spettacolo, in cui il pubblico è parte integrante della trama. Realtà e finzione si mescolano, come anche opera e circo. Un velo di carta velina sarà il divisorio tra commedia e tragedia.